Alla fine di settembre, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha votato per portare avanti una legge che consentirà alle banche di fornire servizi alle società di cannabis negli stati in cui questo è legale. Con 321 voti a favore e 103 contrari i legislatori hanno approvato il disegno di legge ora diretto al Senato, dove si trova ad affrontare un destino incerto. Infatti, nonostante il sostegno quasi unanime dei Democratici, tra le file repubblicane c’è ancora esitazione sul dare il via libera alle banche per farle partecipare a questo business prima che la marijuana non diventi legale a livello federale.
La cosiddetta Legge sulla Sicurezza Bancaria (o Legge sulla Banca Sicura, 'Secure and Fair Enforcement (SAFE) Banking Act' in inglese), è arrivata all'inizio di quest'anno alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti come uno strumento per proteggere le istituzioni finanziarie che vogliano offrire servizi bancari alle aziende produttrici di marijuana. Si tratta della prima legislazione indipendente sulla cannabis votata dal Congresso degli Stati Uniti che, se convertita in legge, proteggerebbe gli istituti di credito dall'essere indagati a livello federale per aver lavorato con l'industria della marijuana.
Mercoledì 25 settembre, la Camera dei Rappresentanti ha votato ufficialmente questa legge con una procedura nota come "sospensione delle regole", che è generalmente riservata ai casi in cui i legislatori vogliano approvare rapidamente un disegno di legge e nei quali sia necessaria una maggioranza di due terzi (290 o più, dei 435 voti) perché tale disegno di legge vada avanti.
Eppure, i membri della Camera hanno votato a stragrande maggioranza per approvare la legge (321 favorevoli e 103 contrari) superando qualsiasi aspettativa e dimostrando che la riforma bancaria della cannabis è diventata un problema bipartisan.
Questa è la prima volta che viene approvato un disegno di legge indipendente direttamente legato alla marijuana, sebbene in passato la Camera dei Rappresentanti abbia approvato degli emendamenti di leggi inerenti al settore della cannabis, compresa una questa estate che proteggerebbe tutti i programmi statali dall'intervento federale. La legge sarà ratificata se anche il Senato voterà a favore e il presidente, alla fine, apporrà la propria firma.
Una legislazione realmente necessaria
Negli ultimi anni, la marijuana ha sperimentato un boom di fronte alle aspettative di vendite legali, che si prevede aumenteranno entro la fine del prossimo decennio da 5 a 18 volte le vendite globali registrate nel 2018, pari a circa 10.000 milioni di dollari.
Ma la principale incertezza per queste proiezioni di crescita continuano a essere gli Stati Uniti. Nonostante sia il mercato di cannabis più redditizio del mondo, il governo federale è rimasto fermo nel classificare la marijuana come una sostanza controllata dalla Lista I, alla pari di eroina e LSD, con chiare conseguenze al riguardo.
Ad esempio, le aziende operanti nel settore della marijuana negli Stati Uniti che sono soggette alla Sezione 280E del codice tributario, che è stato implementato all'inizio degli anni '80 per evitare il riciclaggio di denaro del mercato nero e la possibilità far detrarre le "spese commerciali" dalle tasse ai trafficanti di droga.
In parole povere, le società produttrici di marijuana non possono dedurre le loro imposte federali sul reddito, a eccezione del costo delle merci vendute. Se l'azienda è redditizia, questo può significare il pagamento di un'aliquota effettiva del 70-90%, aspetto che lascia scarsi introiti per il reinvestimento o l'assunzione di ulteriore personale.
Inoltre, le imprese di cannabis statunitensi hanno un accesso minimo ai servizi bancari di base, compresi prestiti, linee di credito e persino conti correnti. Dal momento che le istituzioni finanziarie riferiscono all'Ente federale per la garanzia dei depositi (FDIC) e all'FDIC, e l'FDIC è un'agenzia creata a livello federale, le banche e le società di credito cooperativo temono possibili ripercussioni finanziarie e/o criminali qualora lavorino con le imprese legate al settore della cannabis.
Questo ha lasciato alle aziende dell'industria della marijuana opzioni estremamente limitate, come affidarsi a una manciata di piccoli enti finanziari locali oppure fare affari solo con denaro contante, aspetto che causa problemi di sicurezza nonché considerevoli vincoli per la crescita aziendale.
La grande domanda è: e adesso che succede?
Ora che la Legge sulla Banca Sicura è passata per la Camera Bassa, arriva al Senato controllato dai Repubblicani. Il problema è che, storicamente, il Partito Repubblicano ha sempre avuto una visione più negativa della marijuana rispetto ai membri del Partito Democratico, il che rende meno probabile che questa legge abbia i voti necessari per ottenere l'approvazione in Senato.
Inoltre, benché i Repubblicani del Senato sembrino aperti al dibattito sulle misure della riforma bancaria, tali misure potrebbero non riflettere l'esatto disegno di legge appena approvato dal Congresso. Per persuadere i Repubblicani a votare a favore della legge potrebbero essere necessarie alcune concessioni, come l'introduzione di protezioni per le imprese di canapa e cannabidiolo (CBD) o l'obbligo per i legislatori federali di non volgere lo sguardo su determinate industrie, come quella delle armi da fuoco.
Ma questa Legge sulla Sicurezza Bancaria potrebbe essere osteggiata perfino da alcuni Democratici, che ritengono che non sia saggio prenderla in considerazione prima di affrontare altre riforme legislative più ampie sulla marijuana a livello federale. Secondo il presidente della Commissione Bancaria del Senato, Mike Crapo, la camera voterà la legge dei servizi finanziari della cannabis entro la fine dell'anno.
Anche se gli appassionati del settore e gli investitori rimangono cautamente ottimisti, i segnali continuano a indicare che forse non ci sarà una risoluzione sulla riforma bancaria a breve termine, magari neanche prima delle elezioni generali del 2020, che sono dietro l'angolo. Ma per il momento c'è un'aria di festa dovuta a questa votazione storica che, per la prima volta, ha approvato una legge indipendente sulla riforma della cannabis, che, se ratificata definitivamente, andrà senza dubbio a beneficio di tutti gli attori del settore.
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