Dal 1 gennaio 2020, la California aumenterà le aliquote fiscali commerciali sulla marijuana legale con una misura che ha sorpreso consumatori e imprenditori, molti dei quali, in difficoltà economiche per la bassa redditività delle loro attività, hanno implorato lo stato di fare esattamente il contrario.
Le alte tasse statali e locali sulla cannabis sono un notevole problema per l'industria della marijuana in California, che ha reso le imprese legali meno competitive del mercato illegale: infatti, i venditori senza licenza possono attirare clienti con prezzi più bassi, dato che i negozi illegali non pagano le tasse. Gli analisti del settore stimano che in questo modo i consumatori spendono 3 dollari nel mercato illegale per ogni dollaro investito in quello legale.
Ma contro ogni logica, il Dipartimento di Amministrazione delle Imposte e delle Tasse della California (CDTFA dalla sigla in inglese) ha annunciato a fine novembre scorso che ha intenzione di aumentare ancora una volta le tasse sull'industria legale della cannabis. L'aumento delle aliquote fiscali sulla cannabis viene considerato un altro colpo per un settore che attualmente sta affrontando una recessione economica in un mercato depresso.
Benché il CDTFA descriva la sua missione come "migliorare la vita dei californiani attraverso la riscossione equa ed efficiente delle entrate che sostengono i nostri servizi pubblici essenziali", in realtà sta ostacolando la capacità dell'industria legale della cannabis di operare in modo redditizio. A causa di quest'ultimo aumento delle tasse, alcuni dirigenti dell'industria della cannabis californiana pensano che si stia cercando deliberatamente di distruggere i mezzi di sussistenza degli operatori legali.
Le tasse aumenteranno in due modi
Il primo degli aumenti riguarda l'accisa statale del 15%, che si calcola in base ai prezzi fissati dai venditori di marijuana nelle vendite al dettaglio per coprire i costi e realizzare dei profitti. Il Dipartimento di Amministrazione delle Imposte e delle Tasse della California ha esaminato i prezzi medi al dettaglio della marijuana in tutto lo stato e ha stabilito che erano aumentati dell'80% rispetto ai costi all'ingrosso. Si tratta di un aumento nei calcoli dei tassi di maggiorazione precedenti, che erano al 60%. Pertanto, lo stato esigerà una maggiore quantità di denaro da ogni vendita al dettaglio di marijuana.
Il secondo aumento è un adeguamento per inflazione per le imposte sulla coltivazione, che sarà effettuato nel modo seguente:
- Da $ 9,25 a $ 9,65 per un'oncia (circa 30 g) di fiore, o un aumento del 4,3%.
- Da $ 2,75 a $ 2,87 per un'oncia di foglie, o un aumento del 4,3%.
- Da $ 1,29 a $ 1,35 per un'oncia di materiale vegetale fresco, o un aumento del 4,6%.
Nessuno di questi aumenti è soggetto al voto dei legislatori. L'adeguamento dell'inflazione è stato inserito nella Proposta 64 approvata nel 2017. Infatti, tutte queste norme relativamente inflessibili sono state aggiunte a una legge che ha cercato di garantire che i governi statali e locali ottenessero numerose entrate da questa nuova industria legale.
Intanto, gli esperti stimano che i venditori di marijuana del mercato nero genereranno 8.700 milioni di dollari di entrate nel 2019, rispetto ai 3.000 milioni delle vendite legali. I costi assurdamente elevati da sostenere per cercare di coltivare marijuana secondo la legge hanno incoraggiato questo mercato nero impedendo a molti venditori legali di realizzare profitti.
La risposta dello stato, del governatore Gavin Newsom e del procuratore generale Xavier Becerra (entrambi democratici), è stata quella di lanciare una nuova guerra alle droghe per tentare di adottare forti misure contro il mercato nero, invece di rendere la marijuana più accessibile a tutti i consumatori e incoraggiare un maggior numero di imprese a entrare nel mercato regolamentato. Così le nuove tasse saranno un altro colpo per chiunque cerchi di vendere o comprare legalmente marijuana in California.
Il costo dell'acquisto di marijuana nel Golden State
Queste sono le tasse che attualmente incidono sugli acquirenti di marijuana della California, man mano che la cannabis legale passa dal seme alla vendita:
- Fiscalità dello stato.
- Tasse locali, che potrebbero avere qualche punto percentuale in più, a seconda della città.
- Imposta sul consumo del 15% summenzionata.
- Imposta di coltivazione, che dipende interamente dalla fase della pianta che viene tassata.
- Costi dei test di controllo della qualità per adattarsi alla legge.
Ancora una volta, benché le stime siano variabili, ciò suggerisce che quando entreranno in vigore questi nuovi aumenti il 1 gennaio 2020, il tipico consumatore californiano di cannabis potrebbe trovarsi di fronte a un'aliquota fiscale compresa tra il 45 e l'80%. Questo sta praticamente invitando i produttori illegali ad assumere il controllo del mercato; e i dati delle vendite del 2018 lo dimostrano.
Nel 2017, quando la California vendeva soltanto marijuana medicinale, le vendite hanno raggiunto circa 3.000 milioni di dollari. Successivamente, nel 2018, con la disponibilità di cannabis ricreativa e medicinale, le vendite statali sono scese di 500 milioni fino ai 2.500 milioni di dollari. Una delle ragioni principali di questo calo è che finora la California ha tassato eccessivamente i propri consumatori.
Ma inoltre, circa l'80% dei comuni dello stato ha vietato ai rivenditori di vendere erba per uso degli adulti. Questo permette ai produttori del mercato nero di colmare il vuoto nelle città in cui i consumatori non hanno opzioni di acquisto disponibili.
Chiaramente, l'esorbitante aliquota fiscale della California sulla marijuana legale ha scoraggiato anche le grandi imprese, portando a un 2018 pieno di fusioni milionarie. Se a ciò si aggiunge il fatto che la maggior parte dei comuni ha vietato le vendite al dettaglio di marijuana ricreativa, si crea uno scenario in cui le imprese non hanno garantito quel successo che gli investitori avevano previsto soltanto sette mesi fa.
Infatti, alcune aziende locali stanno già chiudendo o lasciando la California per gli elevati costi di gestione, semplicemente perché operare lì non ha senso dal punto di vista finanziario. E se la California non se ne rende presto conto, corre il rischio di causare danni irreparabili alla sua industria legale della marijuana.
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